Nell’ambito del progetto è stato pubblicato un rapporto sulle necessità delle aziende in relazione alla legislazione nazionale sulla migrazione per lavoro
Questa ricerca si inserisce all’interno di “SkillNet – Rafforzamento della migrazione circolare legale e qualificata attraverso la cooperazione tra Italia e Pakistan”, un progetto della durata di 14 mesi e implementato da ANOLF Piemonte, in collaborazione con ISCOS e CISL Piemonte, con l’obiettivo è quello di creare un contesto positivo alla migrazione per lavoro tra Pakistan e Italia, con particolare attenzione alla regione Piemonte, caso studio del progetto.
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Il progetto punta a creare un sistema di collegamento tra Italia e Pakistan per facilitare la migrazione lavorativa qualificata, supportare i partner pakistani nella formazione professionale e migliorare la cooperazione tra i due paesi tramite lo scambio di buone pratiche. L’intento finale è quello di sviluppare un modello sostenibile che favorisca la mobilità legale dei lavoratori pakistani verso l’Italia.
Tra i prodotti del progetto, inoltre, rientrano metodologie e ricerche, come quella conlcusa a settembre e ora disponibile online che ha evidenziato un forte mismatch tra domanda e offerta di lavoro in Italia, con un costo stimato di 43,9 miliardi di euro nel 2023.
Le figure più richieste dalle imprese a livello nazionale sono impiegati, professioni commerciali e operai, con un fabbisogno stimato tra 1-1,2 milioni per i primi e 511-613 mila per i secondi nei prossimi cinque anni. La domanda è maggiore per chi ha una formazione tecnico-professionale secondaria (46%) rispetto a chi ha una formazione terziaria (38%).
Nel 2023, gli immigrati coprivano un terzo del personale richiesto nei servizi operativi, ma sono ancora difficili da reperire (55,4% di difficoltà complessiva per loro). Le modifiche al decreto flussi evidenziano la necessità di semplificare le procedure di ingresso per i lavoratori stranieri, la cui domanda supera di gran lunga i posti disponibili (690 mila domande per 151 mila posti).
Nonostante l’esistenza di strumenti come la Carta blu UE, la ricerca sottolinea il bisogno di altre soluzioni più efficaci, come l’esclusione dalle quote flussi di stranieri che completano programmi di formazione approvati dal governo (decreto Cutro 2023).