Nove sindacati mondiali, con membri in oltre 160 Paesi che rappresentano 207 milioni di lavoratori, hanno presentato una denuncia contro il governo israeliano per palesi violazioni della Convenzione sulla protezione dei salari dell’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO).
La denuncia evidenzia l’obbligo delle autorità israeliane di porre rimedio a una serie di abusi, tra cui salari non pagati e prestazioni negate per oltre 200.000 lavoratori palestinesi impiegati in Israele.
Questi abusi hanno portato alla perdita di milioni di dollari di reddito, causando una grave insicurezza finanziaria, disagio economico, privazione dei servizi di base e difficoltà diffuse per i lavoratori colpiti e le loro famiglie, che non hanno accesso a rimedi giudiziari.
Depositata il 27 settembre 2024, ai sensi dell’articolo 24 della Costituzione dell’ILO, la denuncia congiunta descrive in dettaglio le condizioni di sfruttamento in cui versano più di 200.000 lavoratori palestinesi della Cisgiordania e di Gaza, impiegati formalmente o informalmente in Israele al momento dell’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. Questi lavoratori hanno subito un diffuso furto di salario a causa della sospensione dei permessi di lavoro e della risoluzione unilaterale dei loro contratti.
La denuncia dei sindacati globali si basa su prove che dimostrano che oltre 200.000 lavoratori di Gaza e della Cisgiordania non sono stati pagati per il lavoro svolto prima del 7 ottobre e da allora non hanno ricevuto alcun salario. Secondo le stime dell’ILO, il salario medio giornaliero dei lavoratori palestinesi impiegati in Israele con regolare permesso di lavoro era di 297,30 shekel (79 dollari). I ricorrenti stimano che il salario settimanale medio dei lavoratori dell’economia informale fosse compreso tra 2.100 e 2.600 shekel (565-700 dollari). Per più di un anno, i lavoratori palestinesi non hanno potuto recuperare i salari arretrati o saldare i debiti salariali.
La denuncia è stata firmata dalle seguenti organizzazioni, elencate in ordine alfabetico: Building and Wood Workers’ International (BWI); Education International (EI); IndustriALL Global Union; International Federation of Journalists (IFJ); International Trade Union Confederation (ITUC), International Transport Workers’ Federation (ITF), International Union of Food, Agricultural, Hotel, Restaurant, Catering, Tobacco and Allied Workers’ Associations (IUF); Public Services International (PSI); e UNI Global Union. Anche il Comitato consultivo sindacale dell’OCSE si è unito alla denuncia.
“Quando ho visitato la Cisgiordania all’inizio di quest’anno, sono stato testimone dell’indigenza economica vissuta dalle famiglie dei lavoratori palestinesi impiegati in Israele. Come sempre, i lavoratori stanno sopportando il peggio del continuo conflitto. Con questa petizione vogliamo garantire il pagamento dei tanto necessari arretrati ai lavoratori che stanno lottando per arrivare a fine mese”, ha dichiarato Luc Triangle, Segretario generale dell’ITUC.
“Il diritto internazionale è chiaro: nessuna crisi, nemmeno la guerra, può giustificare la sospensione dei diritti del lavoro o la negazione della giustizia ai lavoratori. I lavoratori palestinesi, molti dei quali erano impiegati nel settore edile israeliano, hanno il diritto di vedersi pagare i salari arretrati. Non saremo soddisfatti fino a quando non sarà fatta giustizia per le centinaia di migliaia di lavoratori palestinesi a cui è stato negato il loro diritto e non sarà raggiunto un cessate il fuoco”, ha dichiarato il Segretario Generale della BWI, Ambet Yuson.
Questo articolo è apparso per la prima volta in inglese sul sito di ITUC il 27 settembre 2024.