“Andate nei luoghi per cui sono passato e capirete chi sono” ha detto Sayed, 25 anni, afghano, rifugiato in Italia.
Dal 16 al 20 settembre a Schio, in provincia di Vicenza, i visitatori della mostra “Panta Rei: vite migranti lungo la Rotta Balcanica” avranno l’opportunità di seguire passo dopo passo le orme delle migliaia di persone che come lui attraversano ogni anno l’est Europa per arrivare nell’Unione Europea (UE).
L’installazione ideata e curata da Anna Clementi e Diego Saccora (Lungo la Rotta Balcanica) ricalca infatti le principali tappe del lungo e tortuoso viaggio via terra dei migranti che cercano di raggiungere i Paesi dell’UE partendo da Medio Oriente, Nordafrica e Asia.
La mostra espone foto, suoni, pannelli di testo, mappe, video e, soprattutto, oggetti originali ritrovati negli Stati dei Balcani attraversati dalle persone migranti dal 2015 ad oggi. Passaporti, scarpe, vestiti, smartphone sono tutti pezzi di una storia che va riannodata a partire dal momento della partenza da casa, passando per le violenze della polizia di frontiera, la vita sospesa nei campi e la lontananza dai propri cari.
Il progetto affronta diversi aspetti della quotidianità del percorso migratorio attraverso la Rotta Balcanica. Oltre a concentrarsi sugli aspetti drammatici del viaggio, delle morti spesso invisibili, dei respingimenti illegali e della vita nei campi profughi trasformati in veri e propri ghetti, scopo di Panta Rei è anche quello di fare memoria del presente, informare e far riflettere sui concetti di migrazione, convivenza, libertà di movimento e diritto di restare e abitare un luogo, dando corpo e voce a protagonisti dimenticati.
L’installazione è divisa in cinque sezioni che ricalcano il percorso mentale e corporeo compiuto da chi lascia la propria casa: il viaggio, il campo, la famiglia, l’identità e i sogni. Ognuna di queste sezioni permetterà ai visitatori di immergersi nella vita di Adnan, Ahmed, Awan e di moltri altri che avevano i loro stessi sogni. Panta Rei propone anche dei momenti interattivi che coinvolgono direttamente il pubblico.
La mostra rientra nel progetto “Rotte di solidarietà tra il Veneto e i Balcani”, finanziato dalla Regione Veneto e di cui ISCOS Nazionale è capofila, con partner Lungo la Rotta Balcanica, CISL Veneto, Comune di Santorso, Relaxshoe, Anolf Veneto, Kompas 071 e No Name Kitchen (NNK).
L’installazione è stata pensata per essere utilizzata da istituti scolastici, associazioni, istituzioni pubbliche e organizzazioni non governative come strumento di sensibilizzazione sulle rotte migratorie, sulle condizioni di vita dentro e fuori i campi istituzionali, sull’impatto su territori e popolazione locale e sulle discriminazioni.
L’obiettivo, secondo i suoi organizzatori, è che Panta Rei diventi un luogo dove tentare di custodire e trasmettere le memorie migranti alle nuove generazioni e costruire uno spazio di incontro e riflessione sui temi connessi a questa esperienza.