Mentre la tensione a Beirut e in tutto il Medio Oriente aumenta di ora in ora, stiamo ricevendo accorati messaggi dai fratelli e sorelle che operano con i Soci Focsiv – Celim, Engim, FMSI, Associazione Francesco Realmonte, Fundation Promotion Social, ISCOS, La Salle Foundation, Overseas, Progettomondo, Punto Missione, RTM – che da anni operano in Libano e in Palestina nelle scuole, nei centri sociali e in progetti sanitari, di sicurezza alimentare e di sostegno alle persone svantaggiate.
Sono messaggi di preoccupazione, angoscia e paura. Ci chiedono aiuto e di intervenire ora.
Messaggi di dolore e scoramento per fuochi di guerra sempre più minacciosi e sempre più estesi, con l’odio che genera odio, con la vendetta che chiama vendetta.
È tempo che si dica BASTA, tutti e con forza: basta alle bombe, basta alla guerra come mezzo di risoluzione dei conflitti, basta alle azioni militari o operazioni speciali che colpiscono sempre e solo gli innocenti più inermi.
Focsiv e i suoi Soci, rivolgono un appello al Governo Italiano, all’Unione Europea, alle Nazioni Unite perché venga rispettato il diritto internazionale e trovi attuazione concreta la difesa delle popolazioni civili. Persone innocenti alle quali i nostri volontari, operatori e partners tentano di portare aiuto e conforto, persone totalmente estranee al conflitto e agli attacchi terroristici.
Non vogliamo la guerra!
Chiediamo:
- l’immediato cessate il fuoco
- l’accesso umanitario incondizionato alla popolazione di Gaza e di tutte le comunità colpite dalla guerra
- la liberazione immediata degli ostaggi sequestrati nel corso del disumano attacco del 7 ottobre.
- l’avvio di un processo che ponga fine ai massacri e di una Conferenza di Pace nel Medio Oriente, nella prospettiva del pieno e reciproco riconoscimento dei due Stati della Palestina e di Israele
Bisogna scongiurare che il conflitto si estenda ulteriormente a scala regionale.
È tempo di dare voce e sostanza alla diplomazia della pace. Che la diplomazia della pace faccia il suo corso, che la comunità internazionale e il nostro Governo si facciano sentire per rimettere al centro l’umanità, il diritto alla vita e alla protezione prima di ogni cosa, e per scongiurare una ulteriore spirale di violenza.