Il caso delle lavoratrici della zona franca in Centro America
Avete mai sentito parlare di maquila?
In Centro America, le zone franche, denominate gergalmente maquila, sono stabilimenti industriali posseduti o controllati da grandi marchi internazionali che godono di privilegi fiscali e impiegano manodopera a basso costo, soprattutto nell’industria dell’abbigliamento. Al loro interno sono occupati circa 400mila lavoratori, di cui in media il 70% sono donne.
Tuttavia, dietro l’apparenza di prosperità, la produzione globale della moda porta con sé gravi problemi socio-ambientali. Negli ultimi anni, l’avvento del fast fashion, col lancio di più collezioni a stagione ha intensificato la produzione, sfruttando i lavoratori e causando inquinamento, dalla fabbricazione al momento dello smaltimento. Un equilibrio precario tra profitto e sostenibilità.
La pressione sui lavoratori aumenta: lavorano di più per meno soldi, a un ritmo infernale, per salari da fame e in un ambiente malsano
“MAQUILA WORKERS IN CENTRAL AMERICA” SOLIDAR
Numerosi gli articoli che approfondiscono il tema sul nostro sito, oltre che la partecipazione insieme a ISCOS Emilia Romagna all’implementazione del progetto “Mejora de las condiciones laborales para el acceso al trabajo digno, con igualdad y libre de violencia para las mujeres trabajadoras en la región centroamericana (El Salvador, Guatemala y Nicaragua) con énfasis en las trabajadoras de la industria maquiladora”, cofinanziato dalla Generalitat Valenciana (GVA).
Il 23 ottobre dalle ore 10,30, avremo il piacere di parlarne insieme a Carmen Urquilla e Tania Cordero, due rappresentanti della Red Centroamericana en Solidaridad con las Trabajadoras de la Maquila (REDCAM) il cui slogan è proprio “Empleo si pero con dognidad” (Lavoro si, ma con dignità).
Non puoi venire di persona? Segui l’evento online!
Il 24 ottobre saranno invece ospiti della Cisl Lombardia a Milano. Tutti i dettagli sul sito di Iscos Lombardia, organizzatore dell’evento.