Dal 17 al 20 maggio 2022, ha fatto visita in Italia Carlos Herz, Direttore del Centro Bartolomè de las Casas del Perù, capofila e partner di Iscos nel progetto a sostegno dei difensori ambientali in Perù.
Questi gli appuntamenti organizzati dalla rete Iscos:
– Milano, 17 maggio ore 15:00, Fabbrica del Vapore: dibattito promosso da CoLomba, la rete lombarda della cooperazione internazionale, in collaborazione con Iscos Lombardia. L’incontro è stato l’occasione per approfondire il tema delle conseguenze della crisi climatica in Perù, ma anche dell’impatto che la guerra in Ucraina sta avendo sul Paese sudamericano. Si è parlato inoltre dell’opportunità di rilanciare la produzione interna peruviana e di sviluppo rurale.
– Roma, 19 maggio dalle 10:00 alle 11:00, sede della FOCSIV: incontro promosso da FOCSIV e Iscos Nazionale, per discutere dello sfruttamento dell’Amazzonia e dell’importanza di agire assieme per difendere i difensori ambientali e dei diritti umani. Durante il dibattito sono state messe in evidenza le criticità del modello estrattivista, con gli impatti negativi che questo ha sia sull’ambiente che sulle persone.
Il Centro Bartolomè de las Casas (CBC)
Fondato nel 1974, su iniziativa di quattro religiosi francesi dell’Ordine Dominica, il Centro ha una importante storia di dialogo interculturale, ecumenico e sociale. Situato nelle Ande meridionali, il CBC promuove lo studio e la comprensione del mondo rurale andino-amazzonico in tutte le sue dimensioni, con le sue criticità ma anche con le sue possibilità future. È impegnato a favore dei popoli emarginati tramite l’accompagnamento nei processi socio-culturali locali, l’educazione e la costruzione di nuove alleanze.
“Le disuguaglianze nelle relazioni sociali, economiche, culturali, ambientali e tra uomini e donne; gli attacchi ai diritti più elementari delle culture andina e amazzonica; la perdita accelerata di biodiversità; i crescenti effetti del cambiamento climatico; l’estrazione e lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, si integrano tra loro e diventano cause e conseguenze di una realtà che è manifestazione di quel modello colonialista ed estrattivista che a sua volta determina gran parte del nostro comportamento come persone e come società”, spiega Carlos Herz.
Scopo del Centro è quindi l’istituzione di una società peruviana sempre più democratica, interculturale, inclusiva ed equa, che rispetti i diritti umani, sociali, economici, ambientali e politici.
L’azione del centro si concentra su sei assi strategici, che sono in linea con le tematiche affrontate anche dall’Iscos:
1. Accesso e gestione equa dell’acqua e del suolo; conservazione della biodiversità e mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici.
2. L’interculturalità nella governance e nelle politiche pubbliche.
3. Economia solidale per uno sviluppo sostenibile.
4. Lotta all’estrattivismo incontrollato.
5. Promozione di agroecologia, sovranità alimentare e agricoltura familiare.
6. Superamento delle disuguaglianze di genere.
Le sinergie tra Iscos e il CBC
La rete Iscos, che da anni lavora in Perù in difesa delle comunità indigene e degli allevatori locali, è partner del Centro Bartolomè de las Casas per il progetto !Derechos Humanos Ambientales YA!, finanziato dall’Unione Europea con l’obiettivo di promuovere e tutelare i diritti umani delle comunità che vivono nei pressi delle attività estrattive di 4 province delle Regioni di Cusco e Apurímac.
Il progetto mira a rafforzare l’advocacy delle comunità nei confronti delle autorità locali e la gestione autonoma delle risorse minerarie, in modo da incentivare lo sviluppo sostenibile e il rafforzamento della società civile. L’intenzione è quella di migliorare l’influenza e le azioni dei sindacati minerari delle zone interessate, pianificando così strategie efficaci per affrontare in maniera strutturata situazioni di conflitto. I sindacati possono avere, infatti, una funzione importante tanto nella difesa dei diritti dei lavoratori tanto nella tutela dei diritti ambientali, dato che solo uno sviluppo sostenibile e integrato, il rispetto delle comunità indigene e dei lavoratori, può accrescere i livelli di benessere a livello locale.
È necessario rafforzare il dialogo con le municipalità che, attraverso il loro supporto, permettano alle comunità di negoziare migliori termini con le imprese estrattive, in particolare per quello che riguarda i loro diritti.
Manifestazioni di cittadini e lavoratori represse nel sangue non devono più essere la norma, le comunità devono essere libere di esprimere il proprio dissenso, e soprattutto dev’essere garantita una gestione delle risorse trasparente e inclusiva da parte delle imprese.