Un segno della storia della collaborazione fra movimento sindacale italiano ed eritreo. Articolo di Dino Lorimer
In queste settimane si stanno concludendo, ad Asmara e Massawa, i lavori di ampliamento dei due centri di formazione del sindacato eritreo NCEW. I lavori sono stati resi possibili anche grazie al contributo di due progetti che vedono gli organismi di cooperazione internazionale di CGIL, CISL e UIL, rispettivamente Nexus, Iscos e Progetto Sud, la organizzazione non governativa VIS e NCEW, impegnati in due interventi tesi a migliorare le condizioni economiche e la partecipazione alla vita sociale delle donne eritree.
La storia dellʼimpegno di ISCOS in Eritrea è una storia trentennale, da sempre caratterizzata da una forte collaborazione con il sindacato locale NCEW. Un impegno che ha visto, sin dal 1991, ISCOS affiancare il sindacato nel programmare e supportare i processi di smobilitazione del fronte di liberazione che aveva combattuto per lʼindipendenza del paese, e nella ricostruzione del paese grazie al clima di pace che si respirava in quei anni nella regione. Un processo purtroppo interrotto nel 1998 dallo scoppio del conflitto di confine con lʼEtiopia. Un conflitto sanguinoso, terminato con un accordo di pace alla fine del 2000 ma che ha continuato ad influire sulla storia del paese fino ad oggi.
Nel novembre 2000, immediatamente dopo il cessate il fuoco, ISCOS, tramite ISCOS Marche aveva tuttavia ripreso a lavorare nel paese aprendo un suo ufficio ad Asmara, prima nei campi degli sfollati dalla guerra, poi con azioni finalizzate alla transizione dallʼemergenza post bellica alla ricostruzione e sviluppo. Da segnalare fra questi interventi un progetto di sviluppo rurale nella località di Buya, in Dankalia, e nel settore della pesca, sempre nella regione Dankala gestiti direttamente da ISCOS Marche.
Nonostante alcuni progetti gestiti promossi autonomamente, nel periodo di permanenza di un ufficio ISCOS in Eritrea, la collaborazione con il Sindacato non si è mai interrotta ed anzi, dal 2003 al 2010 ha visto la implementazione di tre ulteriori progetti assai diversi fra loro: il primo finalizzato a favorire la nuova smobilitazione dellʼesercito che per la guerra di confine aveva coinvolto praticamente tutte le forze disponibili del paese e che aveva mantenuto una quota significativa della popolazione arruolata anche dopo lʼaccordo di pace, il secondo progetto che cercava di mantenere una attenzione al tema dei diritti dei lavoratori in unʼottica anche regionale, il terzo purtroppo sospeso in corso dʼopera, riprendeva col sindacato il tema dello sviluppo rurale in Dankalia. Dei tre suddetti progetti promossi con il sindacato eritreo forse il più emblematico fu il primo, quello che voleva favorire il reinserimento dei giovani smobilitati nella vita economica del paese, emblematico perché doveva durare 3 anni ma fu esteso nella sua durata perché il processo di smobilitazione fu continuamente rimandato per il perdurare delle tensioni con lʼEtiopia, per cui per molto tempo solo una piccola parte delle attività previste fu realizzabile ed emblematico perché una delle attività previste vedeva un contributo alla costruzione del centro di formazione a Massawa, costruzione che fu continuamente rimandata per le difficoltà nell’approvvigionamento delle materie prime, difficoltà cui non era estraneo il crescente isolamento del paese, e che fecero si che il progetto con ISCOS dovette essere chiuso perché non più estensibile nei termini, quando dellʼedificio era presente, ancora a grezzo, solo uno dei tre piani previsti dai disegni.
Quel centro fu poi completato negli anni successivi, ed è per noi un grande piacere non solo vedere che lʼedificio è stato completato in tutti i suoi elementi, e sapere che negli anni è stato utilizzato per molti corsi, ma anche avere la certezza che finalmente i progetti che stiamo realizzando assieme, potranno vedere una parte delle loro attività realizzarsi in quel centro di formazione di cui vedemmo posare la prima pietra quasi 15 anni fa.