United Purpose, un’organizzazione internazionale per lo sviluppo locale sostenibile e gli aiuti umanitari in molti dei paesi più poveri del mondo, tra cui il Senegal, ha approvato il finanziamento di un micro-progetto della durata di 18 mesi per un budget totale di oltre 72mila euro, presentato da ISCOS nazionale.
L’obiettivo specifico dell’azione è rafforzare la capacità di tenuta sociale e ambientale nei sistemi costieri della Bassa Casamance, attraverso un sistema di gestione sostenibile della pesca e la protezione degli eco-sistemi e della biodiversità.
Il sud del Senegal è un’area molto produttiva in termini di risorse agricole e ittiche, dovuto alla piovosità abbondante e ai numerosi fiumi esistenti. La regione, però, deve affrontare il problema del sovra-sfruttamento delle risorse, dell’erosione costiera e del degrado delle mangrovie.
ISCOS da moltissimi anni è presente a Ziguinchor, nella regione della Bassa Casamance, ed è il principale partner di gruppi di pescatori, pescivendoli, cooperative di trasformazione e vendita del pesce, autogestite in particolare da donne. Il partner locale di ISCOS, in questo progetto, è l’ONG AGADA “Agir Autrement pour le Développement en Afrique”, che svolge attività nei settori dell’ambiente (gestione sostenibile delle risorse forestali e recupero delle zone umide), sviluppo comunitario e rafforzamento istituzionale.
ISCOS e AGADA collaboreranno per contribuire congiuntamente alla risoluzione dei diversi problemi identificati con le comunità locali e con i gruppi beneficiari dei progetti precedenti di cooperazione internazionale. Altre attività, complementari al progetto, saranno promosse e realizzate da ISCOS Lazio.
L’azione di ISCOS prevede la formulazione e l’attuazione di piani per una pesca sostenibile, adattata al contesto e in linea con la necessità di proteggere e conservare gli eco-sistemi e la biodiversità, attraverso la partecipazione di tutte le parti interessate al settore pesca nella regione. La finalità è contrastare la pesca eccessiva, migliorando le pratiche di gestione della pesca, ricostruendo e ottimizzando gli stock ittici con nuove misure di conservazione e trasformazione del pesce. Con un’ottica tesa a favorire sia le forme di cooperazione e autogestione, sia le esigenze della pesca artigianale essenziale per la sicurezza alimentare nella regione.
I beneficiari diretti dell’azione di ISCOS sono organizzati attorno a vari GIE (Groupement d’Interet Economique), tra i quali i due principali sono FENAGIE-PECHE, la Federazione nazionale dei GIE della pesca e la FENAMS, la Federazione nazionale dei pescivendoli del Senegal. Nella componente ambientale, gestita da AGADA, i principali beneficiari-attori del rimboschimento delle mangrovie sono invece le popolazioni dei villaggi del distretto di Oussouye.
Ma se non vogliamo vanificare questa, come altre, azioni di cooperazione in Senegal è doveroso, da parte nostra, dare voce alle istanze delle comunità locali. Migliaia di persone nella regione della Bassa Casamance dipendono esclusivamente dalla pesca artigianale per la propria sopravvivenza.
Non possiamo non denunciare, a questo proposito, che il rinnovo dell’accordo di pesca tra l’UE e il Senegal (così come l’arrivo di molti pescherecci dai paesi asiatici) sta contribuendo ad aumentare lo sfruttamento intensivo della pesca lungo le coste senegalesi, comprese quelle del Casamance. Sono, inoltre, diffuse da parte dei pescherecci europei pratiche di pesca (vietate dalle norme vigenti) del novellame, utilizzato come esca per la pesca del tonno, che causano un danno incalcolabile alla riproduzione del patrimonio ittico e alla sostenibilità della pesca in Senegal.
Per queste ragioni il Governo senegalese, come chiede l’associazione di Greenpeace in Africa, dovrebbe sia rafforzare il controllo sull’attività delle navi straniere, sia adottare misure per il blocco totale della cattura del novellame. Al contempo l’UE dovrebbe sempre avere un comportamento rispettoso del principio di sostenibilità (economica, sociale e ambientale). Specie negli accordi di natura economico-commerciale della UE con i paesi poveri del sud del mondo. Non solo pretenderlo quando si cofinanzia la cooperazione delle ONG.