di Alessandro Del Forno, rappresentante ISCOS in El Salvador
Quando si parla del Salvador sembra quasi che l’unico problema che caratterizza questo paese sia quello delle cosiddette “maras” o “pandillas”; in realtà il fenomeno della delinquenza giovanile rappresenta soltanto la punta dell’iceberg di tutta una serie di problematiche e criticità molto più profonde e strutturali che affliggono questo Paese e che per la maggior parte altro non sono che il lascito di una sanguinosa guerra civile che nonostante sia terminata (almeno teoricamente) da quasi 30 anni ha completamente lacerato il tessuto socio-economico dell’intero Paese.
Il principale problema che impedisce a El Salvador di sfruttare le potenzialità di cui dispone è senza ombra di dubbio rappresentato dalle condizioni di povertà in cui continua a versare la maggior parte della popolazione: a tal proposito basta pensare che, nonostante i progressi degli ultimi anni, quasi il 50 % della popolazione al di sotto dei 16 anni vive con meno di 1,25 $ al giorno (che ricordiamo è la soglia fissata dalle Nazioni Unite al di sotto della quale una persona è ritenuta versare in condizioni di povertà assoluta).
Oltre alla povertà, i principali problemi che affliggono il Paese – e che costituiscono i settori su cui gli interventi di ISCOS si sono da sempre concentrati – riguardano l’impatto determinato dal cambiamento climatico. Tutti coloro che si ostinano a negare le minacce derivanti dai cambiamenti climatici (a partire dai vari leader internazionali quali Trump e Bolsonaro) dovrebbero fare una capatina qui in El Salvador per rendersi conto di quanto insensate e prive di fondamento siano le loro asserzioni.
Negli ultimi due decenni, di pari passo con l’aumento della temperatura terrestre, il Salvador ha registrato un allarmante aumento del tasso di esposizione ai rischi derivanti dalle calamità naturali, che si manifestano da un lato attraverso la radicale alterazione di intensità delle precipitazioni e dall’altro nella maggiore frequenza di eventi naturali estremi quali alluvioni, valanghe, straripamenti dei fiumi, terremoti e uragani per citarne soltanto alcune. Queste calamità naturali colpiscono in modo particolare la comunità rurali del Paese, che in virtù della stessa ubicazione delle loro abitazioni (collocate molto spesso sulle pendici delle montagne o sulle rive dei corsi d’acqua) costituiscono le vittime per antonomasia al verificarsi di questi eventi.
Quando utilizziamo il termine “vittime” non bisogna però limitarsi a pensare in termini di morti / feriti o sfollati. Le nefaste conseguenze di questi fenomeni naturali vanno misurate anche (e soprattutto) negli ingenti danni causati in termini di sicurezza alimentare, in termini di perdita del raccolto, in termini di riduzione delle risorse idriche, in termini di desertificazione del suolo e di perdita della biodiversità.
L’azione di ISCOS – presente nel Paese da oltre 30 anni – mira proprio a supportare la popolazione nel far fronte a questa tipologia di problematiche di natura ambientale, ed è perfettamente in linea con molteplici degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile contenuti nell’Agenda 2030 adottata delle Nazioni Unite: promuovere un modello di governance delle risorse naturali razionale, efficiente nonché in grado di garantire la resilienza e sicurezza alimentare della popolazione rurale a fronte del cambiamento climatico.
La situazione di vulnerabilità e marginalizzazione in cui versa la maggior parte delle famiglie residenti nelle aree rurali del Paese, si è enormemente aggravata a seguito della crisi sanitaria causata dal COVID-19. Il Salvador è infatti il Paese in cui lo Stato di lockdown è durato più a lungo in tutta l’America Latina (solo in Uruguay è durato di più): per 4 mesi, da Aprile fino alla prima metà di Agosto quasi tutte le attività economiche sono state sospese e non era consentito uscire di casa se non per l’acquisto di beni alimentari di prima necessità.
Non è difficile immaginarsi le conseguenze che un siffatto draconiano regime ha avuto sulla società civile: in un paese con i livelli di povertà del Salvador in cui circa 1/3 della popolazione si guadagna da vivere con lavori di natura informale e giornaliera, non poter uscire di casa per lavorare significa essere condannati basicamente a morire di fame. Come se non bastasse la situazione di crisi sanitaria, a partire dal mese Maggio, El Salvador- non diversamente dagli altri Paesi Centroamericani – è stato funestato da una serie di calamità naturali (la tempesta Amanda e Cristobal e, più recentemente nel mese di novembre, la tempesta tropicale IOTA) che hanno causato centinaia di morti, reso inagibile diverse aree del Paese e distrutto buona parte dei raccolti.
A partire da Gennaio 2021 daremo avvio al Progetto Suchitlán, intervento finanziato dalla Unione Europea in tema di risorse idriche che mira al rafforzamento delle capacità di incidenza delle organizzazioni della società civile della zona sud del Bacino del Cerrón Grande per promuovere e supportare iniziative che contribuiscano ad una corretta gestione dell’ambiente. Importante sottolineare come questo intervento si ponga in continuità con le precedenti iniziative realizzate da ISCOS nel Paese: tanto Humedal Vivo (progetto di durata triennale conclusosi nel Dicembre 2019) quanto Agua Futura (progetto ancora in corso che alla pari di Humedal Vivo è stato finanziato dall’AICS).
Occorre infine menzionare l’altro filone di intervento su cui ISCOS si sta concentrando non solo nel Salvador, ma nell’intera Regione Centroamericana: insieme alla ONG spagnola ISCOD e a varie organizzazioni regionali (tra cui la REDCAM) stiamo coordinando importanti interventi in tema di empowerment femminile, e più in particolare in materia di prevenzione della violenza di genere e miglioramento delle condizioni di lavoro delle lavoratrici della zone franche (le cosidette Maquilas Centroamericanas).
In conclusione, possiamo considerare che nonostante le numerose difficoltà che il Paese ha sofferto, il bilancio dell’azione di ISCOS in El Salvador nel 2020 è stato estremamente positivo: grazie agli interventi portati avanti nell’ambito del Progetto Agua Futura e alla consegna di generi alimentari di prima necessità, abbiamo fornito un supporto concreto alla fascia di popolazione maggiormente colpita tanto dalla crisi sanitaria che dai vari eventi naturali, garantendo la sicurezza alimentare di centinaia di famiglie residenti nelle zone rurali del Dipartimento di Cuscatlan e Chalatenango, e promuovendo allo stesso tempo un modello di agricoltura familiare sostenibile basata sui principi dell’agroecologia.
Consapevole della complessità delle sfide che ci attendono, il team ISCOS in El Salvador si prepara ad iniziare questo 2021 con lo stesso impegno ed entusiasmo che ha sempre caratterizzato la nostra azione nel Paese per contribuire al raggiungimento di una società più egualitaria, ambientalmente sostenibile e realmente democratica.