Il rilevante contributo dell’ISCOS-CISL per la riaffermazione della democrazia in Cile.
articolo di Nino Sergi*
Tarcisio Benedetti ha il grande merito di riportare alla memoria e di far conoscere un periodo di grande interesse politico e concreta espressione di vicinanza e solidarietà che negli anni ’80 ha coinvolto l’ISCOS e le forze sindacali e politiche cilene che cercavano di uscire dalla dittatura imposta dal generale Augusto Pinochet nel 1973, con il pieno sostegno della CISL e più in generale delle organizzazioni sindacali italiane.
La copertina del libro di Tarcisio Benedetti e la prima pagina (in ottone) de LA EPOCA dopo il plebiscito del 1988 che contiene la targa di ringraziamento a ISCOS
Il libro è piacevole e scorre lungo gli anni di vita di Tarcisio, con le esperienze di studio, volontariato, impegno sociale e sindacale e con le capacità professionali che l’ISCOS ha saputo intercettare proponendogli di contribuire a realizzare un compito che nella realtà oppressiva cilena comportava molte difficoltà ma presentava anche grandi speranze: creare e dirigere un ampio centro grafico per permettere la stampa e la diffusione delle pubblicazioni dell’opposizione democratica in un periodo particolarmente delicato per il Cile che nel 1988 si sarebbe dovuto esprimere sulla permanenza o la graduale fine di Pinochet.
Il valore di quel progetto si basava sulla difficile realtà cilena e sulla capacità della Cisl di costruire solidi rapporti di solidarietà e di partenariato con le forze sindacali, sociali e politiche dell’opposizione democratica. Essendone stato testimone vorrei ripercorrere in modo sintetico i momenti salienti di quella straordinaria storia che, a partire dalla metà degli anni ’80, ha in qualche modo segnato la vita del Cile e che Tarcisio sviluppa ampiamente nel suo libro.
Fin dal colpo di stato, le confederazioni Cgil, Cisl e Uil hanno messo in atto iniziative per sostenere i movimenti di opposizione e alimentare l’attenzione internazionale sul Cile. Con l’espulsione dal paese di Manuel Bustos, leader della Coordinadora Sindical e la sua permanenza da esiliato in Italia nel 1983 presso la Cisl, i legami si sono rafforzati e sono stati tradotti in azioni concrete in Cile dove la contestazione aperta al regime, pur difficile e rischiosa, stava trovando spazi di iniziativa.
La richiesta di collaborazione è stata finalizzata soprattutto al potenziamento dell’informazione scritta e parlata, dato che la quasi totalità dei giornali e canali televisivi era in mano al regime e al potere economico che lo sosteneva. L’ostentazione della forza e la minaccia fisica erano state in parte sostituite da meccanismi sofisticati di ottenimento e mantenimento del consenso. Solamente Radio cooperativa e Radio chilena (quest’ultima legata alla Chiesa cattolica) avevano potuto riprendere ad esprimersi politicamente ed alcuni periodici culturali (anche di partito) erano riusciti ad allargare il proprio spazio di espressione. Il tutto con molta prudenza, affrontando ostacoli e rischi personali.
Nel 1984, con l’acquisto della testata di un bollettino di quartiere esistente, nasce il quindicinale Fortin Mapocho, divenuto presto settimanale, con un’importante caratteristica: il pluralismo. È stato il primo tentativo di unire le varie espressioni politiche e sociali (alquanto divise in quegli anni) in uno strumento comune apertamente di denuncia del regime dittatoriale. L’ISCOS è stato sollecitato a sostenere e a migliorare tecnicamente e professionalmente il settimanale. Ho avuto allo scopo vari incontri in Cile: i molti incontri per un’attenta valutazione della realtà e le preziose indicazioni del compianto Mario Zoccatelli hanno perfezionato questa richiesta, che si è tradotta nella programmazione di un centro grafico per garantire la stampa del Fortin Mapocho e delle pubblicazioni di movimenti e partiti democratici, con la necessaria assistenza e formazione tecnica e grafica da parte di personale dell’ISCOS. Ed è qui che diventa preziosa la figura e la professionalità di Tarcisio Benedetti.
Nel 1987 inizia la stampa di due quotidiani dell’opposizione: La Epoca e il Fortin Diario (erede del settimanale Fortin Mapocho). Il centro grafico, denominato Alborada, Alba, viene dotato di tre macchine rotative offset con attrezzature specifiche per la produzione di giornali e di un reparto per la produzione di riviste e di libri di qualità. Può così rispondere ai crescenti bisogni informativi dell’ormai rinvigorita realtà democratica. La Cooperazione Italiana, grazie a governi sensibili al ritorno della democrazia in Cile, ha coperto la parte prevalente dei costi del progetto, ritenendolo indispensabile per uno sviluppo del paese che fosse umano, rispettoso dei diritti fondamentali e partecipato. Grazie ad Alborada è stato possibile produrre anche una gran parte dei materiali necessari alla campagna per il plebiscito dell’ottobre 1988 e per le elezioni parlamentari e presidenziali del dicembre 1989.
Tra il 1988 e il 1990 l’ISCOS, in un’azione coordinata con gli altri istituti sindacali di cooperazione Progetto Sud-Uil e Progetto Sviluppo-Cgil, ha potuto sostenere, in modo vasto e plurale , il consolidamento dei principali mezzi di informazione stampata e radiofonica delle forze democratiche cilene. Si è trattato di un intenso rapporto, oltre che con i quotidiani già menzionati, con Radio Cooperativa e Radio Chilena e con i settimanali Apsi, Hoy, Cauce e i periodici Analisis e Convergencia.
Con il ritorno nel 1990 al sistema democratico, anche se ancora condizionato dalla costituzione voluta da Pinochet (solo il recente referendum del 25 ottobre 2020 ne ha sancito la cancellazione), il governo, le forze imprenditoriali e i sindacati dei lavoratori si trovano in una situazione di confronto e di conflittualità, propri di ogni società democratica. Consapevoli però della necessità della collaborazione di tutti per rafforzare la democrazia ritrovata, viene subito messo a punto un patto sociale sulla base di programma e obiettivi comuni. È l’inizio di una concertazione che vede le parti sociali collaborare, pur esprimendo le proprie specificità. Un compito non facile per la CUT, Confederazione unitaria dei lavoratori, osteggiata e limitata nella propria azione per anni e sulla quale sono ora dirette molte aspettative. Non tutto il movimento sindacale è preparato a questa fase di transizione che impone complessi equilibri socio-economici e politici.
Da qui l’esigenza di un ampio programma formativo per dirigenti e quadri sindacali. L’ISCOS ha accettato di collaborare alla sua realizzazione con un’assistenza triennale sia a livello centrale che periferico, coordinata da Alberto Cuevas con la partecipazione di dirigenti ed esperti della Cisl e la collaborazione dell’Orit, Organización Regional Interamericana de Trabajadores. E ciò in parallelo ad un altro progetto favorente il confronto tra le parti sociali, che ha coinvolto l’ISCOS insieme all’Università del Cile, la CUT, la Confederazione degli imprenditori e il ministero del Lavoro per lo studio dei problemi economici e sociali del paese e per l’analisi dell’evoluzione delle relazioni sindacali al fine di un comune rafforzamento del sistema democratico, con attenzione agli interessi più generali.
Sono stati dieci anni importanti, durante i quali l’ampia e realisticamente visionaria proiezione internazionale e i valori di solidarietà della CISL e più in generale delle Confederazioni sindacali italiane si sono dimostrati fondamentali. Dieci anni da ricordare. Tarcisio Benedetti con il suo libro-testimonianza “ALBORADA, LA ROTATIVA DELLA LIBERTÀ” ce ne fornisce l’occasione.
La targa con la quale il quotidiano La Epoca manifesta la permanente gratitudine a ISCOS
Per partecipare al crowdfunding di ISCOS inerente il progetto editoriale “Alborada. La rotativa della Libertà” vai al link https://www.produzionidalbasso.com/…/alborada-la…/
* Nino Sergi, presidente emerito di INTERSOS è stato tra i fondatori dell’ISCOS e l’ha diretto dal 1983 al 1992. Alla fine del 1992 ha fondato INTERSOS, di cui è stato direttore e presidente fino al 2015.