Riesplode la violenza nella regione della Casamance, nel Senegal meridionale, divisa geograficamente dal resto del paese per la presenza del Gambia e interessata da oltre trent’anni da pulsioni indipendentiste. Nella foresta di Borofaye, nei pressi del confine con la Guinea Bissau, a circa venti chilometri da Zinguinchor, tredici giovani sono rimasti uccisi e sette feriti a colpi d’arma da fuoco, mentre uno di loro è riuscito a fuggire. Il colonnello Abdou Ndiaye ha dichiarato: “Erano andati a raccogliere legna, quando sono caduti nell’imboscata di una banda armata composta da quindici individui, che hanno sparato immediatamente”.
I ragazzi avrebbero superato la zona che separa le posizioni dell’esercito senegalese da quelle del gruppo di ribelli separatisti del Movimento delle Forze Democratiche della Casamance (MFDC), costituitosi nel 1982.
L’esercito senegalese ha dato la notizia dell’attacco, ipotizzando un legame con la recente liberazione di due membri del MFDC, e ha dispiegato circa 150 paracadutisti per evacuare le vittime e ricercare gli artefici della strage; mentre il presidente Macky Sall ha dichiarato il lutto nazionale. Il gruppo di ribelli del MFDC ha condannato il massacro, suggerendo di concentrare le indagini sulla lotta per lo sfruttamento e il commercio illegale del legname e rinnovando il proprio impegno a dialogare affinché il decennale conflitto giunga al termine.
Wanda Dimitri, cooperante ISCOS nell’ambito del progetto Sviluppo sostenibile e lavoro dignitoso nella filiera del settore della pesca (SO.DI.PE) a Ziguinchor, ci riporta quanto di questo avvenimento è stato percepito in loco:
“Circa 30/40 uomini armati hanno attaccato con armi da fuoco un gruppo di adolescenti che cercavano legna per rivenderla, decapitando alcuni di loro. In totale ci sono tredici morti e nove feriti. Tutti i corpi sono stati traferiti qui, all’ospedale regionale di Ziguinchor, per autopsia e cure, mentre tre feriti più gravi sono stati portati a Dakar. A quanto pare, i ragazzi stavano tagliando alberi di teck, un legno prezioso che viene poi rivenduto sui mercati clandestini di Guinea Bissau e Gambia. È un episodio molto grave per la Casamance, soprattutto per il fatto che era stata avviata una contrattazione per la pace. Non succedevano episodi così gravi da molti anni. Dubito che i fronti dei ribelli a Nord e a Sud siano responsabili di questa vicenda: oltre ad aver condannato essi stessi l’attentato, non avrebbero alcun interesse ad interrompere il processo di pace con il presidente senegalese. Forse, dietro a tutto ciò, vi è veramente un traffico di legna gestito da trafficanti stranieri.
I militari sono nella zona e l’indagine farà il suo corso. I cieli della città di Ziguinchor sono pieni di elicotteri che atterrano e ripartono. ISCOS lavora vicino alla zona dello spiacevole episodio ma, nonostante tutto, noi continuiamo a lavorare: nei prossimi giorni, infatti, andremo ad incontrare i beneficiari del nostro progetto SO.DI.PE per organizzare le prossime formazioni e attività.
Il Senegal ha dichiarato due giorni di lutto nazionale, ma la vita quotidiana ha già ripreso il suo lento corso e tutti tornano a lavorare dopo questi giorni di festa.
Nonostante questo episodio, la popolazione è pronta una pace lunga e duratura, con la speranza di riprendere una vita normale dopo tanti anni di guerra e crisi, e far finalmente rivivere il vero splendore della verde Casamance.
Per maggiori informazioni:
[Africa ExPress] Senegal, ammazzati in Casamance tredici giovani mentre raccoglievano legna
[Globalist.it] Riesplode la violenza in Casamance, massacrati tredici giovani andati a fare legna
[Il Post] Tredici persone sono morte in un attentato nella foresta della Casamance, nel sud del Senegal
[Jeune Afrique] Sénégal: Le mouvement rebelle du MFDC condamne le meurtre des 13 jeunes en Casamance
[BBC News] Casamance: Thirteen dead in attack in restive Senegalese region
Scontri a Casamance: il racconto della cooperante Wanda Dimitri
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