Il Brasile, grazie al considerevole sviluppo fatto registrare negli ultimi anni, è entrato a far parte stabilmente del gruppo dei BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), l’insieme dei cinque grandi paesi emergenti a maggior crescita economica a livello mondiale. Nonostante la crescita economica, il Brasile è però ancora teatro di una redistribuzione iniqua delle ricchezze.
La sperequazione colpisce in particolar modo le minoranze. Il progetto “Sviluppo sostenibile nella frontiera dell’Amazzonia brasiliana”, attuato da ISCOS nel Municipio di Benjamin Constant (Regione dell´Alto Solimoes), intende incrementare i redditi e i livelli occupazionali, coerentemente coi principi del lavoro dignitoso e dell’economia solidale, nelle comunità locali, principalmente di etnia Ticuna, e ridurre le malattie provocate dall’assenza di acqua potabile.
L’azione, cofinanziata dal Ministero degli Affari Esteri Italiano, è concertata e attuata con le comunità locali, in collaborazione con la locale “Diocese Do Alto Solimoes”, con i Frati Minori Cappuccini dell’Umbria, presenti nell’area da cento anni con la loro Missione, e con la Fondazione SIPEC, partner italiano.
Il progetto agisce a più livelli su una realtà che per molti anni ha visto l´alternanza e la contemporaneità di politiche e comportamenti contrastanti fra di loro: da una parte l´abbandono e la marginalità e dall´altra il paternalismo e l’assistenzialismo.
In ambito igienico-sanitario le condizioni sono in via di miglioramento grazie all’installazione, e alla successiva gestione, di impianti di potabilizzazione dell’acqua alimentati con energia solare. In ambito produttivo, l’attenzione viene focalizzata sulle unità di produzione comunitarie e sui processi di diversificazione orientati alla sovranità alimentare e all’incremento del reddito. Infine, per aumentare il protagonismo delle donne e degli uomini coinvolti, viene promosso l’allargamento dei diritti di cittadinanza affinché le comunità e le loro organizzazioni possano incidere sulle politiche pubbliche.
Grazie all’insieme di queste azioni, sta nascendo un polo produttivo che utilizza, nel rispetto dell’ambiente e delle leggi internazionali a tutela della foresta amazzonica, le risorse naturali, permettendo così il miglioramento delle condizioni economiche, sociali ed igienico-sanitarie di circa 4.500 persone appartenenti a 19 comunità.