La Repubblica Popolare Cinese, la “grande fabbrica del mondo”, è ormai una grande potenza mondiale consolidata di cui si parla molto ma di cui si conosce ancora poco. L’esplorazione del paese conduce alla scoperta di realtà sorprendenti, positive e negative. ISCOS ha avviato da tempo un percorso di avvicinamento a partire dalla diffusione in Italia del documentario “China Blue”, di Micha Peled (Teddy Bear Films, 2005), che racconta la vita dei migranti interni nelle fabbriche tessili del Guangdong e in particolare di Jasmine che, a 16 anni, è costretta a lasciare la sua casa, nella provincia di Schicuan, per andare a lavorare in una fabbrica tessile in città.
Dal 2008 ISCOS opera stabilmente in Cina. Nel 2011 si è concluso il progetto biennale, cofinanziato dalla Commissione Europea, per la difesa dei diritti dei lavoratori migranti tramite l’assistenza alle organizzazioni della società civile cinese. 240 avvocati volontari e studenti della facoltà di giurisprudenza sono stati formati per assistere 10.000 lavoratori migranti e le loro famiglie nell’area di Shenzhen. È stata inoltre organizzata una campagna di sensibilizzazione sui diritti dei lavoratori migranti e sul lavoro svolto dal partner locale nell’assisterli. Un numero verde, di cui hanno beneficiato circa 1.500 lavoratori, è stato inoltre attivato per l’assistenza e la consulenza legale ai migranti interni. 331 lavoratori hanno infine partecipato a corsi di formazione organizzati dal partner.
Nel 2010, ISCOS ha partecipato alla produzione del documentario “Dreamwork China”, realizzato da Ivan Franceschini e Tommaso Facchin. L’opera offre una visione “dall’interno” della condizione di quei giovani lavoratori cinesi che, come la Jasmine di “China Blue”, abbandonano le proprie case in provincia per lavorare nella fabbriche in città.
“Dreamwork China” (www.dreamworkchina.tv), ovvero sogni e diritti di una nuova generazione nella fabbrica del mondo, è stato girato nell’area metropolitana di Shenzhen, nella provincia meridionale del Guangdong. Giovani lavoratori parlano delle proprie vite in equilibrio precario tra aspettative, difficoltà e desideri per il futuro. Intorno a loro, attivisti e organizzazioni indipendenti si impegnano per dare peso e sostanza a parole come diritti, dignità, uguaglianza.