Il Mali è un paese con una ricca storia alle spalle. Fu sede dell’Impero del Ghana, dell’Impero del Mali e dell’Impero Songhai. Nell’epoca moderna l’antico splendore è tramontato e le vicissitudini che hanno colpito il paese, la colonizzazione prima e le dittature militari poi, ne hanno fatto uno dei più poveri del mondo.
Il Mali è al 175 posto – su 187 – dell’Indice di Sviluppo Umano redatto dalle Nazioni Unite. L’aspettativa di vita supera appena i 50 anni e più del 50% della popolazione vive con meno di 1,25 dollari al giorno, secondo i dati UNDP 2011. La maggioranza della popolazione vive e lavora nell’ambiente rurale ma il crescente processo di desertificazione compromette gravemente le capacità produttive del paese.
Kati è una provincia della regione Koulikoro, al sud-ovest del paese. Nel 2008, la già precaria economia ha subito un’ulteriore crisi: incessanti piogge hanno provocato inondazioni che hanno a loro volta causato un crollo della produzione del riso. ISCOS, in collaborazione con le associazioni delle donne produttrici, con l’associazione di coordinamento dei progetti di sviluppo della zona Ben-ba e con la ONG italiana CESVI, ha attuato un’azione cofinanziata dalla Cooperazione Italiana. L’azione, avviata nel 2009 e conclusa nel 2010, ha contribuito al miglioramento delle condizioni di vita delle fasce sociali più vulnerabili attraverso il ripristino e il potenziamento delle coltivazioni di riso nei comuni rurali di Dialakoroba e Sanankoroba.
Dopo il censimento dei fabbisogni alimentari della popolazione colpita dall’inondazione, si è proceduto alla distribuzione di derrate alimentari, alla formazione in risicoltura per le donne della zona, alla sensibilizzazione sui rischi della raccolta del riso e sulle modalità di prevenzione delle malattie trasmesse dall’acqua.
Parallelamente è stata eseguita la distribuzione di sementi di riso migliorate e di materiale agricolo ai produttori e alle 14 associazioni dei villaggi.
L’azione, che ha coinvolto circa 4.000 persone, ha portato un aiuto concreto alla popolazione della provincia facilitando l’uscita da un’emergenza che aveva aggravato la situazione preesistente di diffusa povertà.