In un paese dove regna l’economia informale e la disoccupazione è alle stelle, dove non esiste alcun sistema che possa garantire la protezione sociale quantomeno della maggioranza dei lavoratori, dove le libertà sindacali, il dialogo sociale e i principi del tripartitismo, sono avviliti dall’arroganza dei datori di lavoro e dall’ingiustificato menefreghismo delle istituzioni, è quantomeno arduo anche solo parlare del concetto di lavoro decente.
Eppure, le ragioni per mobilitarsi, come detto, abbondano e hanno spinto le organizzazioni sindacali Haitiane(CTH, CSH, CTSP, CFOH, CATH, UACSH) a convocare i propri affiliati e simpatizzanti per marciare e rivendicare i propri inalienabili diritti in occasione della Giornata Mondiale per il Lavoro Decente (GMLD) al grido di “An n òganize nou nan sendika pou bon jan travay” (Organizziamoci nel Sindacato per il Lavoro Decente), con il patrocinio della CSI-CSA e del progetto TRA-DWA-FOM-OGA (Lavoro-Diritti-Formazione-Organizzazione, in Creolo) gestito da IsI e finanziato dai Sindacati Italiani e da Confindustria.
La marcia pacifica congiunta per la rivendicazione di un lavoro decente per tutti gli Haitiani è stata preceduta da un intenso lavoro di coordinamento tra le diverse e riottose centrali sindacali, con la mediazione e la collaborazione di CSA e IsI, che ha portato a condividere gli interventi politico-programmatici e la strategia di comunicazione. Il 7 Ottobre è stato quindi preceduto da una settimana d’informazione della popolazione attraverso la divulgazione di spot nelle principali Radio e Tv a diffusione nazionale e da una conferenza stampa unitaria che ha avuto luogo il 4 Ottobre.
L’onda azzurra, vestita delle maglie fatte preparare da IsI coi colori della bandiera Haitiana, lo slogan e il logo della GMLD, e il logo della sola CSA a rappresentare le varie centrali e significare la loro l’unità d’azione, attrezzata di striscioni e cartelli inneggianti ai temi della giornata (“Organizzazione” e “Lavoro Decente”), è quindi partita dalla Chiesa del Sacro Cuore di Turgeau, in centro città, per poi terminare davanti al palazzo del Parlamento Haitiano, nel settore ovest, dove ha avuto luogo la lettura delle dichiarazioni politiche congiunte.
I sindacati hanno chiesto al Parlamento di ratificare e applicare la Convenzione n. 122 dell’OIL, che garantisce la promozione del pieno impiego, produttivo e liberamente scelto, e hanno consegnato delle dichiarazioni a favore dell’uguaglianza di genere e per il miglioramento delle condizioni della donna lavoratrice direttamente ai funzionari del Ministero degli Affari Sociali. Tra gli altri temi toccati, hanno avuto particolare enfasi la richiesta di un nuovo salario minimo, fissato in base alle necessità del lavoratore piuttosto che agli interessi delle imprese, la richiesta di aumenti salariali per i lavoratori della sanità e la netta opposizione rispetto alle voci che vorrebbero il governo attuale impegnato rispetto a un progetto di privatizzazione dell’Ente Nazionale per l’Energia Elettrica, EDH.
Ma la marcia è stata anche l’occasione per ribadire la contrarietà e denunciare l’insoddisfazione rispetto a un’assenza di visione politica di una classe dirigente sempre più rinunciataria e rassegnata all’impossibilità per lo Stato Haitiano di garantire i servizi essenziali di un’amministrazione moderna, abdicando al proprio ruolo a favore del settore privato o delle organizzazioni non governative o delle congregazioni religiose.
Michele Rescaldani, Cooperante ISCOS ad Haiti