In questi giorni bisogna riconoscere che il nord del paese sta vivendo un periodo di calma relativa nei grandi centri urbani. Tuttavia gli attacchi appena avvenuti al confinante Niger hanno creato una certa preoccupazione tra la popolazione.
Devo ancora segnalare casi di conflitti armati con morti, nelle comunità nomadi, in particolare tra arabi e Tuareg. Questi scontri sono avvenuti nelle regioni di Timbuktu e Kidal. Le conseguenze di questi scontri sono state di riportare la paura tra la popolazione e di ridurre la possibilità di movimento sul territorio.
Di conseguenza le attività economiche soffrono seriamente e si è venuta a creare una forma di paralisi socio-economica difficile da vivere. Il ritorno dei servizi amministrativi e finanziari è così lento da ritardare la ripresa delle attività economiche reali.
Tuttavia i maliani delle zone in questione hanno capito l’importanza della organizzazione delle elezioni e guardano ad esse con grande interesse. Tutte le popolazioni locali sono convinte che il ritorno alla democrazia è una necessità per poter vivere pacificamente.
Non dobbiamo tuttavia dimenticare che la riconciliazione tra tutte le diverse comunità è un prerequisito per il ritorno della pace e della stabilità.
Baba, Collaboratore ISCOS in Mali
La mappa della situazione umanitaria aggiornata al 23 maggio 2013 è di www.unocha.org/mali. Scarica la mappa in PDF
I numeri aggiornati sono i seguenti:
- 475.000 sfollati stimati in tutto il Mali
- 174.000 rifugiati, principalmente in Mauritania, Niger e Burkina Faso
- 300.000 sfollati interni
- 3,5 milioni di persone a rischio sicurezza alimentare, di cui 1,4 milioni bisognose di assistenza immediata
Preoccupazione anche per i 21 decessi, avvenuti fra l’8 e il 19 maggio, causati da un’epidemia di colera nella regione di Gao.